La postura per un’armonia …

La postura per un’armonia funzionale del corpo umano.

Articolo di Mario Oriani, posturologo e Paolo Del Corno, masso fisioterapista pubblicato sulla Rivista Italiana di Optometria gennaio 2000

Per ulteriori approfondimenti contattare: oriani@deor.mi.it

L’argomento della postura è tra quelli che ultimamente più interessano gli addetti ai lavori nel campo della medicina funzionale e preventiva.

È fuori discussione che gran parte dei disturbi dell’apparato locomotore derivi o sia aggravato da posture scorrette che dipendono dal cattivo funzionamento del sistema tonico posturale o da cattive abitudini riscontrabili nella vita quotidiana.

Con il termine postura si vuole definire la posizione del corpo umano, nella sua globalità o tenendo conto dei singoli elementi che lo compongono, assume nello spazio mantenendo un atteggiamento statico.

Questa condizione di staticità non è assolutamente immobile: il corpo compie infatti di continuo delle lievi oscillazioni atte a mantenere la condizione ideale di massimo comfort, minima spesa energetica e massima efficacia in rapporto con lo spazio circostante.

Responsabile di questo lavoro di continuo adattamento nello spazio è il Sistema Tonico Posturale (STP) che interviene permanentemente in tutte le azioni che compiamo durante la giornata; esso, inoltre, prepara, guida, rinforza e gestisce il movimento: non esisterebbe azione volontaria efficace senza l’intermediazione preliminare o simultanea del STP.

Non è questa la sede per uno studio approfondito di tutto il STP, faremo quindi brevi accenni schematici per porre le basi per una miglior comprensione del lavoro sviluppato di seguito.

Il mattino, appena svegli, apriamo gli occhi per sapere dove i troviamo: dov’è l’alto, dov’è il basso e dov’è la verticale.

Gli occhi ci forniscono i primi indispensabili dati per la postura: evidentemente, se per un problema di parallelismo oculare percepiamo una verticale posta in obliquo, condizioneremo in funzione di ciò che abbiamo visto il secondo recettore che entra in gioco non appena appoggiamo i piedi a terra.

Ne consegue che appoggeremo i piedi a terra secondo una verticale o una linea obliqua condizionando tutta la posizione del corpo nello spazio … e questo è solo l’inizio!

Il piede e l’occhio sono i due recettori che intervengono principalmente nel funzionamento del STP sia come esocettori sia come endocettori, ovviamente supportati dalla pelle, dai muscoli e dalle articolazioni. Altri due punti importanti di “acquisizione dati” sono i centri superiori e l’apparato stomatognatico.

Citando il dottor Bricot possiamo affermare, in base a questo schema, che “si tratta di un sistema cibernetico, che possiede due caratteristiche: STP è auto-regolato e auto-adattato; si comporta come un sistema che si auto-adatta nel suo squilibrio ma non può correggersi da solo”.

Proprio da questa incapacità di autoregolazione nascono i presupposti per una moltitudine di disturbi muscolo-scheletrici che condizionano la vita di milioni di persone.

Con lo studio della postura è possibile evidenziare l’origine di un gran numero di disfunzioni o di patologie a carico della colonna vertebrale, dei cingoli scapolare e pelvico e delle articolazione periferiche; negli sportivi possiamo comprendere meglio l’origine di infortuni recidivanti o di una resa massimale insoddisfacente.

Lo studio della statica si effettua nei tre piani dello spazio: frontale, sagittale e orizzontale.

Sul piano sagittale potremo verificare la posizione delle spalle rispetto al bacino e l’eventuale aumento o diminuzione delle curve fisiologiche del rachide (lordosi cervicale e lombare e cifosi dorsale). Sul piano frontale apprezzeremo la differenza di altezza a livello del cingolo scapolare e di quello pelvico; quindi, evidenzieremo se una spalla è più alta dell’altra o se esiste uno dislivello del bacino. Sul piano orizzontale ci accerteremo della presenza di rotazioni anteriori a livello dei cingoli e valuteremo l’ampiezza di rotazione della testa.

E’ proprio sulla posizione della testa che risulta di grande importanza la collaborazione tra le figure dell’osteopata, dell’ottico optometrista e del dentista.

Tra le persone che si rivolgono a un osteopata per disturbi a carico della colonna cervicale, sono un buon numero quelle che evidenziano a una prima valutazione problemi a carico della mobilità oculare e dell’occlusione o di entrambe contemporaneamente; è evidente che compito dell’osteopata sarà quello di valutare attentamente la causa primaria scatenante il sintomo.

Per esempio, in presenza di un precontatto dentale deflettente, la mandibola sarà vittima di una deviazione laterale sul piano frontale, che avrà come compensazione un’inclinazione controlaterale del cranio per azione dei muscoli pterigoideo esterno e trapezio del lato opposto a quello della deviazione mandibolare.

In questo caso il sistema tonico posturale, per mantenere la linea bipupillare parallela, mette in atto un adattamento a livello della colonna vertebrale, inducendo una deviazione a S con una concavità della curva a livello cervicale dal lato della deviazione mandibolare e una controcurva lombare.

Questo è il livello più semplice di adattamento, perché in seguito potremo assistere a una rotazione dei corpi vertebrali come conseguenza fisiologica dell’inclinazione e, quindi, a una rotazione del capo sull’asse occipite atlante epistrofeo e una successiva compensazione a livello oculare.

Un’altra situazione riscontrabile frequentemente è la limitazione della rotazione della testa dal lato di un occhio ipoconvergente:

attraverso le vie oculo-cefalo-gire abbiamo movimenti congiunti di occhi e testa, quindi una relazione permanente tra i muscoli dell’occhio e i muscoli del collo, e se un occhio converge meno rispetto all’altro la muscolatura del collo dovrà adattarsi con diversi livelli di contrazione di un lato rispetto all’altro.

Il permanere per lungo tempo di questa situazione porterà inevitabilmente a contratture che manterranno una postura scorretta della testa fino ad avere possibili ripercussioni sull’apparato stomatognatico.

E’ possibile, inoltre, attraverso lo studio delle catene muscolari che si è sviluppato dal lavoro di G. Stuyf-Denys ed elaborato da Piret e Bezieres, capire come un problema funzionale (di limitazione di mobilità) possa ripercuotersi a livello di distretti corporei molto distanti da quello dell’insorgenza del problema.

Ciò rende evidente l’importanza dell’intervento preventivo in campo optometrico e stomatognatico soprattutto in età giovanile, per poter limitare l’insorgenza di paramorfismi che creino i presupposti per una vita adulta con seri problemi a carico dell’apparato muscolo scheletrico o che necessitano di interventi correttivi ortopedici (corsetti, plantari, calzature).

Particolare attenzione deve essere posta nella posizione che il bambino assume all’atto della scrittura e all’impugnatura della penna: questo dato è di estrema importanza ma è sempre stato sottovalutato visto che la componente più evidente della posizione al banco o alla scrivania è l’inclinazione della testa e del tronco.

Partendo dalla concezione più tradizionale della postura non è immediato pensare che la posizione di testa e tronco possa essere condizionata dall’impugnatura della penna.

In realtà, al momento dell’impugnatura si assiste all’instaurarsi di catene cibernetiche muscolari facciali che, partendo dalla muscolatura intrinseca della mano, si organizzano su un asse che coinvolge: inizialmente il polso e quasi contemporaneamente l’avambraccio e il gomito, per l’intervento dei muscoli pronatori e supinatori dell’avambraccio nonché dei muscoli flessori ed estensori delle dita e del carpo che trovano origine a livello del gomito stesso.

Questa articolazione offre inserzione a muscoli che originano a livello scapolo-omerale (bicipite e tricipite omerali) che danno vita a due direttrici secondarie della catena cinetica: una anteriore (bicipite) e una posteriore (tricipite).

La direttrice anteriore è la più facilitata, dato che rientra in uno schema arcaico di flessione, e coinvolge i muscoli pettorali: avrà come possibile conseguenza diretta un’anteropulsione della spalla con una fissazione della clavicola.

Questa situazione innescherà un’azione di compenso da parte della muscolatura sotto e sovra ioidea (che condizionerà così la posizione della mandibola) e dei muscoli laterali del collo che influenzeranno la posizione della testa in inclinazione.

La direttrice posteriore, tramite i muscoli tricipite, deltoide e il gruppo degli extrarotatori dell’omero coinvolge la scapola e da qui arriva a interessare la colonna cervicale e l’occipite attraverso il muscolo trapezio, compiendo una sorta di azione compensatrice della catena anteriore.

Una seconda componente di questa direttrice si sviluppa verso il rachide toracico per l’azione del trapezio e del grande e piccolo romboideo e verso il bacino e il sacro tramite la catena muscolo facciale prioritaria del muscolo grande dorsale, che origina dall’aponeurosi lombo-dorsale e si inserisce sulla piccola tuberosità omerale.

Quello appena sviluppato è uno schema semplificato di ciò che può accadere a partire da una impugnatura scorretta della penna nell’atto della scrittura: è d’altra parte evidente che un problema di convergenza a carico di un occhio nella stessa situazione costringerà il soggetto ad assumere con la testa una posizione compensatoria che scatenerà reazioni di accomodamento che si svilupperanno su direttrici testa-mano e testa tronco.

CONCLUSIONI

Lo studio della postura è molto importante dato che ci permette di risalire con un lavoro attento di valutazione alle cause primarie di un disturbo o di una disfunzione, ma non deve essere assolutizzato nella sua ricerca della perfezione posturale.

Il corpo umano è per sua natura asimmetrico (lo stomaco è a sinistra, il fegato a destra, un rene è più basso dell’altro) e la pretesa di certi posturologi di metterlo perfettamente simmetrico rispetto il filo a piombo o a un fondo quadrettato è pura utopia: l’utilizzo permanente per lunghissimi periodi di solette, calamite, colliri e bite al fine di raggiungere questo risultato è a mio parere schiavizzante ed esageratamente dispendioso per la persona.

Sono innanzitutto la prevenzione e la rieducazione alla postura gli strumenti che devono essere messi in atto con un lavoro interdisciplinare tra osteopati, optometristi, fisioterapisti, odontoiatri, oculisti fisiatri e ortopedici, ognuno secondo la propria competenza, alla ricerca di un’armonia funzionale del corpo umano.

Per ulteriori approfondimenti contattare: oriani@deor.mi.it