La classificazione delle impugnature

Negli ultimi decenni l’insegnamento della modalità d’impugnare e scrivere con penna -matita si è totalmente trasformato influenzando negativamente la corretta impostazione visuo-posturale.

Infatti, se noi adulti abbiamo avuto un’educazione indotta dall’uso del pennino, che ci educava ad impugnare ad una distanza corretta, calibrando la pressione sulla punta, con l’avvento della penna a sfera che ha permesso di avvicinarsi molto alla punta e influenzati da scelte educative di reazione al vecchio schema educativo, i nostri ragazzi sono stati lasciati liberi di scegliere, senza alcuna indicazione di correttezza. Questa libertà ha generato impugnature considerate comunemente normali che nascondendo ciò che si scrive costringono il soggetto ad inclinarsi a lato e a ridurre la distanza dal foglio comprimendo spesso asimmetricamente la visione.

Un ricerca condotta dal responsabile nazionale di P.E.A.V. pubblicata sulla Rivista Italiana di Optometria nel 1999 ha classificato i tipi più comuni:

IMPUGNATURA POLLICE IN AVANTI (non favorisce la visione)

E’ l’impugnatura più diffusa tra i ragazzi (60%) e rappresenta una regressione o una non completa maturazione dei movimenti fini delle dita; è la fase di evoluzione precedente all’opposizione pollice indice (presa del cucchiaio).

Caratteristiche anatomiche e funzionali:

•La presa crea un blocco molto compatto con flessione verso il palmo della mano di tutte le dita lunghe, bloccando la penna con i polpastrelli dell’indice e del medio.

•Il pollice rimane esterno e proteso in avanti, in funzione a volte contenitiva della presa.

•Il medio può a volte optare per una presa a metà della terza falange (falangetta).

•La penna assume un’inclinazione verticale o inclinata verso l’esterno, dovuta alla spinta dei polpastrelli ed al punto d’appoggio più alto della sella tra pollice e indice.

•Il movimento della scrittura quasi assente a livello delle dita viene localizzato sull’articolazione del polso o scomposto in più articolazioni superiori.

Nei casi più gravi vi è un interessamento anche dell’articolazione della spalla.

Possibili variazioni:

Formazione di archetto sul dito indice, per l’eccessiva compressione.

IMPUGNATURA POLLICE IN AVANTI A FORCHETTA

Il soggetto, accorgendosi di coprire lo scritto, alza il pollice in avanti sull’asta della penna; la presa del pollice in questa nuova posizione diventa il nuovo fulcro del movimento mentre il movimento e gestito dall’incastro a forchetta tra coppie di dita (medio-anulare o anulare-indice).

Problemi visivi indotti:

•L’impugnatura in punta con copertura da parte del pollice di ciò che si scrive, induce il soggetto ad un avvicinamento al piano di lavoro per riuscire a vedere ciò che scrive. L’avvicinamento può avvenire frontalmente allontanando il foglio di scrittura o lateralmente inclinando il corpo dalla parte opposta della mano che scrive.

•Tale avvicinamento crea una maggior richiesta di convergenza ed accomodazione producendo in molti casi affaticamento visivo, che si evidenzierà con difficoltà di messa a fuoco nei passaggi vicino/lontano (possibile inerzia accomodativa o eccesso accomodativo).

•L’allontanamento del foglio per vedere ciò che si scrive crea una convergenza innaturale dall’basso verso l’alto, con conseguente difficoltà di mantenere una visione binoculare efficiente per lungo tempo.

•Nella posizione laterale è possibile una sospensione della visione binoculare, facilitata dalla presenza del naso (l’occlusione nasale aumenta se il soggetto porta occhiali) producendo in molti casi anisometropia (differenze della visione tra i due occhi)

Problemi all’apparato muscolo-tendineo-scheletrico:

•La posizione delle dita in flessione limita il movimento sia delle dita che del polso, provocando a volte affaticamento alle dita e al polso.

•L’eventuale blocco del dito medio alla metà della terza falange può causare un’impronta che se persiste causerà un piccolo callo gommoso.

•Eventuali posizioni arcuate in avanti e inclinate a lato, possono produrre alla lunga problemi di ipertensione dei muscoli del collo e delle spalle e modifiche alle curve fisiologiche della colonna vertebrale.

IMPUGNATURA A MORSO (non favorisce la visione)

La presa crea una classica figura a morso, con flessione verso il palmo della mano di tutte le dita. Esprime il bisogno di aumentare il contatto per ridurre la tensione. Bambini che spesso per l’eccessiva tensione che vivono alternano la visione monocularmente, spostando ritmicamente il corpo come il pendolo di un orologio.

Per ridurre l’impegno visivo attuano una precisa strategia: sospendendo la binocularità risparmiano energia.

Caratteristiche anatomiche e funzionali:

•La presa crea una classica figura a morso, con flessione verso il palmo della mano di tutte le dita.

•I polpastrelli delle dita pollice e medio bloccano la penna in punta al centro della terza falange (falangetta) del dito anulare.

•Il dito indice flesso ad uncino, spinge più in alto la penna contro la sella palmare (eminenza tenar).•La penna assume un’inclinazione verticale leggermente inclinata verso il soggetto.

•Il movimento della scrittura quasi assente a livello delle dita viene localizzato sull’articolazione del polso o scomposto in più articolazioni superiori. Nei casi più gravi vi è un interessamento anche dell’articolazione della spalla. •Impugnatura classica dei bambini molto tesi nello scrivere, che premono in modo eccessivo sul foglio producendo solchi evidenziabili al tatto.

Problemi visivi indotti:

•L’impugnatura in punta, induce il soggetto ad un avvicinamento al piano di lavoro per riuscire a vedere ciò che scrive. La compressione di tutto l’organismo si evidenzia nell’atteggiamento raccolto in avanti del soggetto.

•L’avvicinamento può avvenire frontalmente con leggera inclinazione a lato, allontanando il foglio di scrittura. Tale avvicinamento crea una maggior richiesta di convergenza ed accomodazione producendo in molti casi affaticamento visivo, che si evidenzierà con difficoltà di messa a fuoco nei passaggi vicino/lontano (possibile inerzia accomodativa o eccesso accomodativo).

•Per causa dell’eccessiva vicinanza frontale sarà possibile un adattamento in visione monoculare alternante, caratterizzato dalla rotazione alternata e ritmica della testa.

Problemi all’apparato muscolo-tendineo-scheletrico:

•La compressione forzata delle dita in flessione, limita il movimento della mano, producendo un affaticamento doloroso delle dita e del polso.

•La compressione sui polpastrelli e il blocco alla metà della terza falange del dito anulare, possono causare impronte persistenti, che potranno trasformarsi in piccoli calli gommosi.

•La posizione arcuata in avanti può produrre alla lunga problemi alla colonna vertebrale

•Eventuali posizioni arcuate in avanti e inclinate a lato possono produrre alla lunga problemi di ipertensione dei muscoli del collo e delle spalle e modifiche alle curve fisiologiche della colonna vertebrale.

IMPUGNATURA POLLICE INTERNO (spesso scelta dai mancini)

Presa caratteristica di chi ha le dita lunghe e non sa dove metterle o chi è mancino deve vedere ciò che scrive flettendo anche il polso.

Caratteristiche anatomiche  e funzionali:

•La presa è caratterizzata dal pollice che flesso a circa 3 cm dalla punta, viene chiuso all’interno del palmo dall’indice (a volte anche dal medio), che lo sovrasta sull’unghia (1° gruppo dita per il movimento). La penna viene così spinta costantemente, contro la parte alta della prima falange dell’indice. Questo punto agisce da perno per i movimenti di scrittura.

•Le dita indice e medio, dopo la flessione avvolgente sul pollice, si distendono fino a spingere la biro con i polpastrelli sulla terza falange dell’anulare (2° gruppo dita per il movimento).

•Le dita anulare e mignolo bloccando la penna vicino alla punta, agiscono come un unico blocco nei movimenti di scrittura (3° gruppo dita per il movimento).

•La penna assume una posizione inclinata all’esterno in avanti, con la punta ben visibile al soggetto che scrive. I movimenti della penna localizzati nelle dita, sono il risultato dell’azione coordinata sul perno di:

•spinta in basso (in flessione) del 2° gruppo

•spinta in alto (in estensione) del 3° gruppo

•spinta interna (opposizione + flessione) del 1°gruppo

Variazioni:

•il dito medio si unisce ad anulare e mignolo, bloccando sulla terza falange la punta della penna. 

•Nei mancini spesso il polso si flette maggiormente per permettere la visione delle parole già scritte.

Problemi visivi indotti:

•Tale impugnatura per la copertura parziale della punta della penna, permette al soggetto di vedere ciò che scrive mantenendo una posizione corretta.

•Solo nel caso che i polpastrelli scivolassero troppo in punta per stanchezza o mani sudate, si potrà avere un avvicinamento frontale laterale al piano di lavoro e/o un allontanamento del foglio di scrittura:

•L’avvicinamento al piano di lavoro per riuscire a vedere ciò che scrive produrrà una compressione di tutto l’organismo con maggiore richiesta di convergenza ed accomodazione producendo in molti casi affaticamento visivo che si evidenzierà con difficoltà di messa a fuoco nei passaggi vicino/lontano (possibile inerzia accomodativa o eccesso accomodativo).

•L’allontanamento del foglio per vedere ciò che si scrive crea una convergenza innaturale dall’basso verso l’alto, con conseguente difficoltà di mantenere una visione binoculare per lungo tempo.

•L’allontanamento è un atteggiamento spesso scelto da chi possiede un insufficienza di convergenza (vera o di tipo accomodativo) o un’insufficienza accomodativa.

Problemi all’apparato muscolo-tendineo-scheletrico:

•Nei mancini la flessione del polso che permette di vedere ciò che si è scritto può causare affaticamento per eccessiva tensione ai tendini del polso.

•Eventuali posizioni arcuate in avanti possono produrre alla lunga problemi di ipertensione dei muscoli del collo e delle spalle e modifiche alle curve fisiologiche della colonna vertebrale.

IMPUGNATURA DEL FUMATORE

La presa è caratterizzata dalla posizione della penna tenuta come una sigaretta tra l’indice e il medio. Tale punto d’incastro è il perno portante dei movimenti nella scrittura. Manifesta la ricerca di emergere, di differenziarsi dal gruppo “scimmiottando” i più grandi che fumano.

Caratteristiche anatomiche  e funzionali:

•La presa è caratterizzata dalla posizione della penna tenuta come una sigaretta tra l’indice e il medio. Tale punto d’incastro è il perno portante dei movimenti nella scrittura.

•L’indice e il medio, flettendosi, premono con la punta della terza falange la punta della penna contro il polpastrello del pollice.

•Il pollice modula le sua flessione opponendosi alla spinte dell’indice e del medio.

•Il polso si estende contraendo i muscoli dell’avambraccio.

Il movimento della scrittura è scomposto in:

•Per i movimenti verticali sulla flessione ed estensione delle dita (indice-medio e pollice)

•Per i movimenti orizzontali sull’articolazione del polso

Variazioni:

•L’incastro può essere localizzato tra le dita medio e anulare.

Problemi visivi indotti:

•L’impugnatura in punta determina la copertura inevitabile di ciò che si scrive, inducendo avvicinamento frontale-laterale. Tale avvicinamento crea una maggior richiesta di convergenza ed accomodazione (vedi tabella) producendo in molti casi affaticamento visivo, che si evidenzierà con difficoltà di messa a fuoco nei passaggi vicino/lontano (possibile inerzia accomodativa o eccesso accomodativo).

•Se la posizione laterale è accentuata sarà possibile una sospensione della visione binoculare, facilitata dalla presenza del naso (l’occlusione nasale aumenta se il soggetto porta occhiali) producendo in molti casi anisometropia (differenze della visione tra i due occhi).

Problemi all’apparato muscolo-tendineo-scheletrico:

•La estensione all’indietro del polso, unita ai movimenti per la porzione orizzontale, possono alla lunga produrre problemi ai legamenti del polso.

•Eventuali posizioni arcuate in avanti possono produrre alla lunga problemi di ipertensione dei muscoli del collo e delle spalle e modifiche alle curve fisiologiche della colonna vertebrale.

IMPUGNATURA  A MANTIDE RELIGIOSA

La presa è caratterizzata dalla posizione della penna tenuta con diversi punti d’aggancio lungo il fusto, figura caratteristica di un insetto che ricerca una presa ferma e stabile nel tempo come una Mantide religiosa in attesa della sua preda. Manifesta la ricerca di una stabilità e di massimo controllo visivo durante l’impegno di scrittura ; il bambino non ricevendo indicazioni chiare e funzionali dagli adulti imita le soluzioni che la natura gli propone.

Caratteristiche anatomiche  e funzionali:

•Il punto d’aggancio tra pollice e anulare o medio è il perno portante dei movimenti nella scrittura.

•L’indice flettendosi in alto sul fusto crea il fulcro dei movimenti fini gestiti dall’opposizione delle altre dita.

•Il pollice con archetto di tensione spinge e modula il movimento dell’asta della penna opponendosi alla spinte dell’indice e del medio.

•Il polso irrigidito nei brevi movimenti di estensione e flessione contrae i muscoli dell’avambraccio.

Il movimento della scrittura è scomposto in:

•Per i movimenti verticali e di rotazione sulla flessione ed estensione delle dita (indice-medio e pollice) ponendo il fulcro sul punto d’aggancio dell’indice.

•Per i movimenti orizzontali sull’articolazione del polso

IMPUGNATURA CORRETTA : A TRE DITA DINAMICHE IN SELLA PALMARE.

L’impugnatura corretta per una buona visione studiata con il contributo di grafologi e di ottici optometristi è facilitata da penne e matite a fusto triangolare-prismatico.

Caratteristiche anatomiche  e funzionali:

•La presa dei tre polpastrelli delle dita indice, medio e pollice, è posta a circa 2 cm dalla punta della penna. I tre polpastrelli si trovano ciascuno su un lato diverso della penna, formando una figura a triangolo equilatero.

•La penna si adagia liberamente al centro della sella palmare (porzione tra pollice ed indice).

•Il movimenti fini della scrittura sono localizzati sulle tre dita indice, medio e pollice, che flettendo ed estendendo, fanno scivolare la penna sulla sella palmare come una stecca da biliardo. Nei movimenti ampi (per esempio quando si disegna) viene privilegiata l’azione flessoria ed estensoria  del polso.

•Le due dita medio e indice, flesse all’interno del palmo, creano con la porzione laterale della mano (eminenza ipotenar) un appoggio morbido e stabile sul piano di scrittura, non ostacolando i movimenti delle altre dita.

•La punta rivolta in avanti deve assere accompagnata dall’utilizzo di un piano inclinato, per aumentare l’angolo d’incidenza punta/foglio di 15°-20°, favorendo la scorrevolezza dello scritto.

Variazioni accettabili:

•Il dito medio fa scivolare il suo appoggio dalla punta del polpastrello alla porzione media della terza falange, limitando leggermente l’ampiezza del suo movimento e formando una figura a triangolo isoscele. 

Variazioni non accettabili:

•Presenza della figura ad “archetto” sull’ultima falange del dito indice, provocata dall’eccessiva contrazione della presa. Questo atteggiamento induce forte limitazione dei movimenti delle dita e compressione dei vasi sanguigni, quest’ultima  evidenziata dalle variazioni di colore della pelle che vanno dal rosso al biancastro. Per compressioni elevate anche il medio può presentare l’archetto.

•Avvicinamento dell’impugnatura alla punta della penna.

Problemi visivi indotti:

•Anche se l’impugnatura è corretta, è possibile un avvicinamento frontale-laterale provocato da altri fattori (ad esempio una richiesta visivo-cognitiva stressante per il soggetto, che attuerà una posizione raccolta per ridurre gli stimoli periferici) o dalla mancato rispetto della regola della distanza ottimale di lettura e scrittura per pigrizia o dimenticanza.

•Tale avvicinamento creerà di conseguenza, gli stessi problemi d’affaticamento visivo riscontrati ed evidenziati nelle altre impugnature.

Problemi all’apparato muscolo-tendineo-scheletrico:

•Eventuali posizioni arcuate in avanti possono produrre alla lunga problemi di ipertensione dei muscoli del collo e delle spalle e modifiche alle curve fisiologiche della colonna vertebrale.

•Eventuali movimenti della mano in abduzione e adduzione, per i movimenti ampi della scrittura (come nel disegno), localizzati sull’articolazione del polso possono  indurre alla lunga affaticamento tendineo-articolare