Esercizi per impugnare bene

L’importanza di recuperare una corretta impugnatura per favorire la visione e l’uso del corsivo.

Solo poche generazioni fa, genitori ed insegnanti erano attenti a richiamare i ragazzi a mantenere una postura corretta e ad impugnare correttamente la penna, quando sedevano nei banchi. Il richiamo “Stai diritto e scrivi bene!” era efficace sugli scolari, anche se l’imposizione era un po’ troppo autoritaria.

I banchi inclinati facilitavano la posizione e una educazione dell’impugnatura della penna era indotta, dall’uso dei pennini o stilografiche che sporcavano le dita d’inchiostro.

In questi ultimi decenni il concetto di postura corretta è andato sempre affievolendosi benché sia notevolmente aumentato il numero di bambini e adolescenti che frequentano palestre, seguono corsi di educazione fisica, praticano discipline sportive. A casa e a scuola i ragazzi studiano spesso in posizioni inclinate e ravvicinate, impugnando la penna con prese scorrette che coprendo troppo spesso la punta, li obbliga a ruotare il quaderno di 90° per vedere cosa stanno scrivendo.

L’esperienza degli incontri-laboratori nelle scuole medie della P.E.A.V. ha inoltre evidenziato la scelta sempre più frequente di molti alunni di scrivere in stampatello, preferendolo al proprio corsivo che troppo spesso li penalizza nei giudizi finali dei propri insegnanti.

Il ragazzo che scrive male, matura un giudizio negativo sulla sua calligrafia, al punto di non riconoscersi in essa; per evitare i continui giudizi negativi degli adulti, regredisce scegliendo la scrittura in stampatello, di più facile esecuzione e più ordinata, anche se più anonima e meno espressiva di quello che lui veramente è interiormente.

E’ quindi molto importante educare i bambini sin dalla scuola dell’infanzia ad una corretta impugnatura, sia per prevenire gli atteggiamenti posturali scorretti, sia per maturare nel tempo un proprio stile di scrittura in corsivo, chiara espressione di autostima e di una propria personalità.

La corretta impostazione e localizzazione dei movimenti necessari alla scrittura, avviene maturando o riattivando semplici gesti, che spesso la tensione o la non informazione hanno reso innaturali.

Gli esercizi che seguono sono solo una proposta, comprovata dallo studio del responsabile della P.E.A.V. su circa 200 bambini tra i 5 e i 16 anni.

Le fasi in breve del protocollo d’esercizi:
  1. Recupero della flessibilità delle dita della mano.
  2. Ricerca della massima distensione e flessione delle dita.
  3. Coordinazione delle tre dita nella presa di una perlina.
  4. Raggiungimento di una presa corretta della matita-penna: triangolo isoscele -triangolo equilatero.
  5. L’utilizzo della massima compressione per raggiungere la massima distensione.
  6. Localizzazione propriocettiva della matita-penna nell’incavo pollice-indice.  
  7. Un cerchio e una spirale per recuperare una fluida coordinazione occhio-mano.
  8. Ricerca dell’automatizzazione attraverso la ripetizione controllata.

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