L’importanza della flessibilità

1° esercizio: recupero della flessibilità delle dita della mano.

Controllare se i movimenti di flessione e distensione delle coppie pollice-indice e pollice-medio sono possibili, verificando che non ci siano lesioni limitanti o invalidanti alla mano.

Se i movimenti risultano poco mobili, assistere manualmente il movimento di flessione e distensione, prima singolarmente e poi per coppie di dita, agendo con un massaggio delicato di chiusura-apertura sempre più stretto.

Questo esercizio di recupero della flessibilità deve essere effettuato inizialmente con l’aiuto del terapista e poi autonomamente utilizzando la mano non di scrittura ponendo il pollice sul dorso della mano e l’indice e il medio sulla punta delle dita da flettere.

2° esercizio: ricerca della massima distensione e flessione delle dita.

Distensione e flessione massima delle coppie di dita tenendo una perlina di circa 6 mm di diametro tra i due polpastrelli, utilizzando i fori come base per la presa.

Spesso l’esercizio non riesce, per un irrigidimento da tensione, evidenziabile nella rotazione della perlina o nell’incapacità di coordinare la flessione del pollice con l’altro dito, tenendo un oggetto. Per arrivare all’obiettivo prefissato, è possibile inizialmente utilizzare piccoli pezzetti di cartone sempre più spessi o monete da 1 euro impilate, per poi ritentare con la perlina.

L’esecuzione dell’esercizio deve essere fluida e senza tensioni: le dita devono compiere flessione e distensione massima, la perlina non deve ruotare e la pressione deve essere leggera.

Nel caso si evidenzi una pressione eccessiva delle dita sulla perlina, evidenziare al soggetto, le inevitabili impronte dei buchi sui polpastrelli e/o l’effetto ad archetto delle dita.

3° esercizio: coordinazione delle tre dita nella presa della perlina.

Posizionare la perlina su palmo della mano non di scrittura o su un piano, e partendo dall’alto mimare con le tre dita indice, pollice e medio la bocca del leone che sbadiglia e ruggisce (o della tenaglia della gru) che si apre e si chiude andando a prendere nella sua morsa finale la perlina. In questo esercizio bisogna enfatizzare 4 punti importanti: 

  1. La distensione delle tre dita
  2. La flessione contemporanea delle tre dita
  3. Il contatto delicato e contemporaneo, che i polpastrelli devono avere tra loro
  4. La delicatezza della presa finale sulla perlina I bambini spesso eseguono la chiusura tenendo le dita tese, allora si può commentare: “Ma stai facendo la papera, non il leone (o la gru meccanica)!” si può enfatizzare la negatività di tale tensione, mimando il gesto anche con il classico suono “Qua, qua”.

Logicamente secondo l’età, sceglieremo la similitudine più appropriata per stimolare ad eseguire l’esercizio correttamente. La delicatezza e precisione del contatto, della presa finale sulla perlina con successivo spostamento, sono da enfatizzare dicendo al soggetto di usare solo l’energia necessaria: “La presa contemporanea con la punta dei polpastrelli, deve essere delicatissima”.

L’esercizio si può rendere più piacevole utilizzando piccoli dolcetti, la riuscita corretta dell’esercizio sarà così dolcemente premiata.

Testo e foto di Giorgio Bollani Ottico Optometrista e consulente scolastico.

Gli esercizi che seguono sono solo una proposta, comprovata dallo studio del responsabile della P.E.A.V. su circa 200 bambini tra i 5 e i 16 anni.

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